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Ieri ho finito il mio training per diventare barista nella catena di bar che si chiama Caffè Nero (http://www.caffenero.com/). Qualcuno la conoscerà già (Federico sicuramente), per gli altri diciamo che è una catena di bar che ha deciso di esportare la cultura mediterranea anche nei paesi più a Nord. Il caffè viene miscelato nello stesso modo in cui si fa in Italia, proprio come lo fanno i miei al bar (80% arabica e 20% robusta), e devo dire che il caffè non è niente male. I nomi delle bevande sono spesso uguali ai termini italiani (espresso, espresso macchiato, ristretto, cappuccino, caffelatte, americano) e solo alcuni sono tradotti in inglese, come hot chocolate. Ho dato l’application form martedì, e subito mi hanno fatto fare un colloquio in inglese e mi hanno detto che potevo fare il training dal giorno successivo, perché c’era disponibilità di un posto in un Caffè Nero ad Hampstead. Io lavoravo ancora in quel posto di cinesi a Camden Town, quindi non sapevo cosa fare, ma la tizia mi aveva detto che se non facevo il training il giorno dopo, sarei slittata alla settimana successiva, e non mi avrebbe più assicurato che ci sarebbe stato ancora il posto ad Hampstead, ma presumibilmente sarei finita più lontano ancora. Così, ho mollato l’altro lavoro, anche se mi hanno detto che mi avrebbero pagato solo metà settimana (io ho lavorato 7 giorni e loro me ne vogliono pagare 3 e mezzo!), perché non volevo rischiare di finire le mie due settimane e essere pagata, ma perdere il nuovo lavoro. Mercoledì è stato tutta teoria (eravamo una classe di 13 ragazzi), giovedì tutta pratica e venerdì e sabato pratica nel bar dove dovrò lavorare. So già che sarà un casino, perché bisogna essere velocissimi (se non siete mai stati da Caffè Nero ma siete stati da Starbucks, sapete quanto devo essere veloce), sapere tutte le bevande calde e fredde a memoria (e sono tantissime, ve l’assicuro, molte più di quelle di un bar come potrebbe essere quello dei miei in Italia), sapere usare la cassa (ognuno serve i propri clienti dall’inizio alla fine, non è una “catena di montaggio”) e tante altre cose. Questa prima settimana sarò un disastro, oltretutto lavoreremo solo in due alla volta, e l’altra persona non potrà starmi sempre dietro, quindi mi immagino già clienti che si indispettiscono e la mia manager arrabbiarsi con me perché sbaglio e/o sono lenta. In quanto ancora alle prime armi, però, indosserò una maglietta bordeaux con scritto “Caffè Nero” sopra e “Barista in training” sotto, e sulla schiena “trainee barista”, così tutti sanno cosa aspettarsi da me. Quando e se diventerò davvero brava e saprò tutte le bevande a memoria, mi daranno una maglietta nera, che è quella che indossano tutti i baristi “normali” di Caffè Nero, che dietro ha scritto “The best espresso – this side of Milan”.

Il bar ad Hampstead non è grandissimo, quindi non sarà così incasinato come potrebbe essere, ad esempio, in Oxford Street o in qualunque altra zona del centro, ma comunque si forma subito la coda e –  si sa – la gente non ha pazienza e vuole essere servita subito e le bevande devono essere perfette. Spero mi si perdonerà, almeno all’inizio…

Comunque con questo lavoro mi sento sicuramente più tranquilla: le colleghe sembrano simpatiche, l’azienza è seria, mi hanno già fatto firmare un contratto, ho diritto a prendermi permessi e ferie (anche se non so bene quando e quanto) e poi Caffè Nero è una marca rinomata.

Seguiranno aggiornamenti sui miei – si spera –  miglioramenti!

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